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Orme selvagge nei boschi dell'Appennino emiliano: il libro

E' in libreria e su Amazon il libro a cui abbiamo lavorato negli ultimi tre anni e che raccoglie molte delle fotografie più interessanti che abbiamo scattato nei boschi dell'Appennino emiliano, i cui soggetti sono soprattutto gli animali: in particolare i mammiferi ripresi con le nostre trappole fotografiche. Si tratta di due volumi da 120 pagine in vendita in edicola al prezzo speciale di 10 euro ciascuno. Successivamente sarà possibile trovare il libro presso le librerie oppure ordinarlo direttamente a noi (info@ormeselvagge.it).
Si tratta di un libro fotografico che attraverso più di duecento immagini mostra la vita degli animali del bosco seguendo il filo conduttore delle stagioni. Le didascalie sono particolarmente curate per dare notizie e curiosità sulle varie specie in modo da mostrare gli aspetti più segreti e interessanti dei soggetti ripresi e degli ambienti in cui vivono. 

Il prof. Danilo Mainardi, Professore Emerito di Ecologia all' Università Ca’ Foscari di Venezia e famoso divulgatore scientifico, ci ha fatto il grande onore di scrivere la prefazione, che riportiamo integralmente qui sotto. Per chi volesse avere un'idea del libro ecco un breve estratto, necessariamente non nel formato corretto, da scaricare qui (7 Mb). 

E’ forte il mio legame con l’Appennino, è un mio luogo amatissimo. Lo conosco bene e ho sfogliato le pagine di questo volume e guardato le sue immagini straordinarie, con l’avidità di chi è alla ricerca di qualcosa di famigliare. Da un lato l’ho ritrovato: paesaggio, colori, vegetazione, animali. Dall’altro invece la scoperta e lo stupore di un racconto della natura attraverso immagini stupefacenti, di alta espressione artistica. Un godimento di forme e colori.

Mi piace citare come Guy de Maupassant tratteggiava quel personaggio allora inconsueto e modernissimo che era, nell’ottocento, il fotografo. Lo descriveva: “armato di un occhio, l’apparecchio fotografico, che catturava immagini, atteggiamenti e gesti con rapidità e precisione straordinarie, ma soprattutto dotato di una capacità di penetrazione dei sensi da vero romanziere naturale che, con il fiuto di un cane da caccia, immagazzinava dal mattino alla sera informazioni”. 
Davide e Isacco Zerbini sono – è fuor di dubbio - dei “romanzieri naturali”. Il loro “occhio”, certamente, è ben più sofisticato e tecnologico rispetto ai primitivi apparecchi ottocenteschi, ma ciò che affiora chiaramente dal loro lavoro è la capacità di narrazione. E’ quel coinvolgimento emotivo profondo che una sequenza di immagini sa evocare perchè “viste” dalle persone giuste, fissate dai loro sguardi sensibili e competenti. E i loro occhi diventano i nostri occhi ed empaticamente anche noi partecipiamo all’appassionante viaggio attraverso le immagini e le molte storie che esse ci raccontano.

La dinamica temporale, con i mutamenti stagionali, è il filo conduttore dell’opera. 
La vitalità invernale degli habitat boschivi è straordinariamente colta, a mio parere, in alcune foto di orme nella neve ghiacciata. Su tutte, la foto di quell’unica orma di lupo nella neve. E’un simbolo, quasi un’icona di natura viva, di ininterrotti ritmi, di un territorio fruito e pienamente posseduto. In quelle orme cristallizzate c’è tutto: movimento, socialità, comunicazione. Quell’impronta contiene tutta l’etologia di una specie finalmente tornata ad abitare l’appennino. Una specie che, in passato, abbiamo violentemente e in ogni modo cacciato dal suo ambiente elettivo: quei crinali, quei declivi, un po’ coperti e un po’ esposti che vediamo aprirsi a perdita d’occhio in molte splendide foto di vallate e conche appenniniche. 

E ne vediamo altre di immagini di lupi: un piccolo branco, un individuo isolato. Sono bellissimi, ma soprattutto è bellissima e rassicurante la loro presenza. Un predatore significa equilibrio e stabilità per le comunità biologiche di ogni sistema naturale. Il recupero, lungo e faticoso del lupo nei nostri appennini è, oggi, un’etichetta di qualità ecologica per quegli ambienti.
E ci sono tutti gli animali del bosco: tasso, istrice, volpe, cinghiale e poi rampichini, cinciallegre, codibugnoli, pettirosso. Al crepuscolo imponenti e severi rapaci notturni. Il risveglio primaverile con tane vuote, come letti sfatti e cuccioli di caprioli rannicchiati a terra, timidi e fiduciosi.

E poi il paesaggio. Faggete rigide di gelo, carpini spruzzati di bianco, bizzarre sculture di neve in piccole radure del bosco. La luce di albe e tramonti strepitosi che soltanto chi sa cocciutamente attendere può fissare in un’immagine che solo così è perfetta. 
Ma a Davide e a Isacco tanta arte e bellezza sembra quasi non bastare. Ecco allora molte foto affiancate da un testo. Una scelta di brani accurata. Parole che si mescolano alle immagini regalando una felice combinazione di emozioni. Come la foto fantastica di un prato punteggiato di cardi accompagnata dal brevissimo, incantevole passo di Alessandro Baricco:

“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.”

Immagini e parole. Perfezione con perfezione.

E’ così che Davide e Isacco si rivelano dispensatori generosi di personali esperienze, interpreti competenti e protagonisti della bellezza della natura.



Danilo Mainardi
Professore Emerito di Ecologia
Università Ca’ Foscari, Venezia