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Dieta del Lupo nel Parco dei Cento Laghi
7 Discussione
Il confronto tra i risultati della presente ricerca, ed analoghi studi effettuati in diverse
aree di studio europee (Tabella 23), permettono di rilevare come nel Parco dei Cento
Laghi, la proporzione di animali selvatici consumati dal Lupo sia paragonabile con
quella rilevata, ad esempio, nelle Foreste Casentinesi che sono caratterizzate da una
comunità di ungulati selvatici molto abbondante e diversificata. Analogamente si può
rilevare come, in paragone a studi effettuati negli anni settanta, i dati più recenti
evidenziano un sempre più preponderante contributo della fauna selvatica, ed in
particolare degli ungulati, alla dieta del Lupo.
Frequenza di
occorrenza di
ungulati selvatici
Periodo di
collezione
Area di studio
Autori
Arada
e
Peneda-Gerês,
Portogallo*
Vos 2000
1996
0
Poulle
et al.
1997
Mercantour Mountains,
1994-1995
80
France
Mattioli
et al.
1995
Foreste Casentinesi,
1988-1992
94,6
Italia
Meriggi
et al.
1991
Appennino settentrionale,
1987-1989
18
Italia
Parco Nazionale dell'Abruzzo,
Italia
Patalano e
Lovari 1993
1981-1983
43,4
Ragni
et al.
1982
Umbria, Valnerina,
1977-1982
0
Italia
Majella, Abruzzo,
Boitani 1982 1974-1977
0
Italia
León Province,
Salvador e
Abdad 1987
1984-1986
35,3
Spagna
Brana
et al.
1982
Asturies,
ca 1980
39,8
Spagna
Secondo Meriggi et al 1996
*Secondo Vos 2000
Sono solo stati considerati studi nei quali la dieta è stata determinata in base al
contenuto delle fatte e i dati analizzati erano le frequenze assolute di occorrenza.
Tabella 23
Paragoni tra diversi studi
La presente ricerca contribuisce a mettere in evidenza come, analogamente a quanto
sta accadendo in molte aree dell'Appennino, anche negli ecosistemi forestali del
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Dieta del Lupo nel Parco dei Cento Laghi
Parco dei Cento Laghi e delle aree ad esso circostanti, il Lupo è tornato ad occupare
il ruolo di predatore di mammiferi selvatici, riducendo moltissimo gli attacchi al
bestiame domestico. In corrispondenza con quanto si è verificato in altre regioni
europee, il Lupo sembra in grado di indirizzare il suo sforzo di caccia ai danni delle
prede più accessibili e più abbondanti; nella Foresta Primaria di Bialowieza infatti,
nel periodo compreso tra il 1946 ed il 1985, la dieta del lupo è cambiata
drasticamente in relazione all'aumentata presenza nella foresta degli ungulati
selvatici (Jedrzejewska
et al.
1996a, in Okarma 1995).
Recentemente, in Europa sud-occidentale, la densità degli ungulati è aumentata e
l'importanza del bestiame domestico nella dieta del Lupo è diminuita
significativamente; in Romania, infatti, nel periodo 1954 - 1967, gli animali
domestici costituivano il 75% della dieta del Lupo, mentre i selvatici solo il 25%.
Nel 1991, le proporzioni si erano invertite, con un consumo di domestici del 22% ed
una predazione sui selvatici del 78% (Alasman
et al
. 1970 e Ionescu 1992, in
Okarma 1995).
Nel Parco Regionale dei Cento Laghi la base alimentare dei lupi è risultata costituita
principalmente da caprioli e cinghiali; queste due prede principali sono consumate in
proporzione alla loro abbondanza nella zona, solo occasionalmente, circa nel 10%
dei casi, il Lupo ha utilizzato, per la sua alimentazione, prede di origine domestica.
Studi condotti nel sud e nord Europa hanno dimostrato che le perdite di bestiame
domestico dipendono in alcuni casi soprattutto dalle tecniche di protezione delle
greggi attuate dai pastori, e dalla loro localizzazione nei confronti delle aree di
distribuzione del Lupo (Nieminen
et al.
1988, Banco
et al
. 1992, in Okarma 1995,
Patalano e Lovari 1993, Meriggi e Lovari 1996).
La sopravvivenza del Lupo nel parco dei Cento Laghi è garantita dalle buone densità
di caprioli e cinghiali, mentre il bestiame domestico, presente solo in quantità molto
limitata nei pascoli e nelle aree aperte in genere, non viene predato in maniera
consistente perché è una preda poco abbondante.
È dunque di estrema importanza che, nel programmare i piani di prelievo a carico di
caprioli e cinghiali, si consideri che per tenere bassa la predazione sui pur pochi
domestici della zona, è importante mantenere le popolazioni di caprioli e cinghiali a
livelli di densità tali da consentire al lupo di reperire cibo a sufficienza.
D'altro canto, la presenza del lupo in Val Parma e in Val Cedra, può contribuire a
mantenere sane e naturalmente selezionate le popolazioni di ungulati, evitando la
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Dieta del Lupo nel Parco dei Cento Laghi
diffusione di parassitosi ed altre patologie che affliggono le comunità di ungulati non
sottoposte a predazione naturale.
Studi condotti in Europa dell'est hanno messo in luce come l'impatto del lupo su
caprioli e cinghiale possa assumere caratteristiche differenti: i caprioli infatti,
soprattutto quando sono numerosi possono essere limitati dal Lupo, ma molto più
difficile sembra essere una reale diminuzione del cinghiale a causa della predazione
(Litvinov 1981, in Okarma 1995).
Pur se, secondo Rusakov
et al
. (1984, in Okarma 1995), la preferenza per un tipo di
prede può essere perpetuata tra diverse generazioni ed una certa "inerzia"
nell'utilizzare nuove prede e nuovi alimenti può essere riscontrata nel lupo, gli studi
condotti in Italia dimostrano che, da una quasi totale dipendenza del lupo da alimenti
di origine antropica (rifiuti) riscontrata negli anni settanta (Boitani 1982), il lupo è
stato in grado, in tempi relativamente brevi, di riacquisire l'originario ruolo di
predatore di grossi e medi mammiferi.
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Dieta del Lupo nel Parco dei Cento Laghi
8 Conclusioni
Il presente lavoro ha permesso di confermare la presenza del lupo nel Parco
dei Cento Laghi ed ha permesso inoltre di attribuire al Lupo il suo status di predatore
selvatico, almeno per il periodo dello studio (inverno e primavera).
In considerazione degli estesi home range utilizzati dalla specie, sarebbe importante
che in futuro le attività di censimento (snow tracking e wolf howling) venissero
attuate su aree di dimensioni maggiori in collaborazione con gli enti territoriali
competenti (Parco del Gigante, Province di Parma, di Massa e di La Spezia).
L'aumento in termini di densità e distribuzione delle popolazioni di ungulati
selvatici, risultato di reintroduzioni e dell'abbandono delle aree rurali, sono il
presupposto che ha permesso il recupero recente del Lupo in diverse aree
dell'Europa meridionale, da cui era scomparso nel secolo scorso. Mentre in passato il
Lupo era accettato dei pastori come parte dell'ambiente rurale, la sua lunga assenza
ha abbassato la tollerabilità degli allevatori verso questo animale.
La reintroduzione simultanea di alcune specie di ungulati selvatici sembra essere una
delle strategie migliori per diminuire la predazione del Lupo sul bestiame, e dunque
per la conservazione del Lupo (Meriggi e Lovari 1996) ma, nel caso del Parco dei
Cento Laghi, dove esistono già comunità di ungulati sufficientemente abbondanti e
diversificate, un contributo importante a far sì che il lupo venga accettato e rispettato,
potrà essere fornito da ulteriori studi sulla sua ecologia e da un capillare sforzo di
educazione ed informazione delle persone che ancora vivono in montagna.
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